venerdì 22 ottobre 2010

Non occorre andare lontano



Qualche settimana fa ho scritto un post sui bambini senegalesi (talibé) costretti a mendicare e privati dei diritti riconosciuti a livello internazionale. Questa situazione ha attirato molto la mia attenzione, e sicuramente merita di essere approfondita, ma non deve impedire di guardare a realtà più vicine a noi. Realtà in cui possiamo essere reali protagonisti e agire per cambiare le cose.



Purtroppo non è necessario andare così lontano per individuare situazioni di infanzia violata e diritti dimenticati e la difficile realtà dell'interland napoletano ne offre numerosi esempi: famiglie in cui gli unici "valori" insegnati sono quelli della violenza e della forza, bambini inglobati in sistemi delinquenziali che vietano loro ogni alternativa, ragazzini che vivono in strada. E ancora: bambini abusati e maltrattati, la dispersione scolastica, l'immagine perversa dell'infanzia trasmessa dalla pubbicità.

Fanno parte di questo quadro, inoltre, situazioni familiari sempre più complesse e critiche legate ad una perdita dei valori e ad una sempre più diffusa incapacità di gestire i conflitti in modo da non farne portare il peso sulle spalle dei più piccoli: non poche sono le coppie che utilizzano i figli come merce di scambio nei difficili percorsi della separazione e del divorzio.

Certamente quella dei minori è una situazione complessa, che tira in ballo professionalità diverse ed una collaborazione interdisciplinare come è chiaramente emerso nel seminario che si è tenuto ieri presso l'Università Federico II di Napoli "Il disagio minorile. Il minore l'affettività e la famiglia" .

Il tema dei diritti dell' infanzia rimanda, da un punto di vista giuridico alla necessità di riformulare il diritto di famiglia e il sistema giudiziario attuale; da un punto di vista psicologico alla riflessione sugli indicatori di rischio evolutivo (argomento che merita più ampia attenzione) e alla programmazione di interventi volti a scongiurare tali rischi e promuovere una crescita armonica; da un punto di vista sociale all'attuazione di politiche volte alla prevenzione e al sostegno di minori e famiglie.

Il discorso è dunque molto complesso e questo post non pretende di coglierne tutte le dimensioni. Piuttosto, si propone come spunto di riflessione per iniziare ad aprire gli occhi e guardarsi intorno e, soprattutto, per individuare cosa di concreto ognuno di noi può fare a partire dalla nostra famiglia e dalle situazioni che ci coinvolgono quotidianamente. E, perché no, anche come punto di partenza per altri post più specifici e dettagliati.