sabato 6 novembre 2010

I tempi dell' adozione internazionale

adozioni
L'adozione internazionale è una scelta molto frequente delle coppie che hanno difficoltà ad avere figli naturali, un pò meno delle persone che intraprendono questra strada pur potendo avere figli propri. Al di là delle motivazioni personali e di coppia, tale istituto si fa garante dei diritti dell'infanzia, mettendo al centro la necessità di garantire ai bambini uno sviluppo sano in un ambiente familiare adeguato alle sue esigenze.




Quando si parla di adozione internazionale e di bambini istituzionalizzati emergono situazioni e problematiche fisiche e psicologiche, legate allo stato di abbandono, che non lasciano indifferenti. Nasce spesso il desiderio onnipotente di salvarli, di offrire loro un'alternativa migliore. Ma non è così semplice.

Quei bambini sono nati in un altro paese con una cultura ed una lingua diverse, vivono in istituti che per loro sono la propria casa, sono accuditi da persone che diventano i loro punti di riferimento. Quando arrivano due estranei e gli viene detto che saranno i suoi genitori non vi può essere immediata fiducia, affetto, contatto fisico. Tutto va costruito e negoziato passo dopo passo e le aspettative e i desideri dei "nuovi genitori" devono fare necessariamente i conti con le esigenze reali del bambino e rispettare i suoi tempi.

Uno dei “compiti” del genitore adottivo è quello di trasmettere al bambino il senso di continuità, soprattutto dal punto di vista affettivo. Noi tutti, attraverso la continuità affettiva e fisica che caratterizza il rapporto con i genitori nei primi anni di vita, acquisiamo il senso del tempo e del "per sempre", mentre per quei bambini, anche per i più grandi, non è così.

Basta pensare che hanno vissuto il più grande fallimento della continuità e della fiducia: sono stati abbandonati da chi avrebbe dovuti amarli. Inoltre, lì negli istituti le giornate sono tutte uguali, non ci sono avvenimenti speciali che scandiscono il tempo e differenziano un giorno dall’altro (compleanno, vacanze, weekend ecc.).
Trasmettere il senso del “per sempre” (l’affetto dei genitori ci sarà sempre, non è un’esperienza momentanea), dunque, non è facile e richiede il tempo necessario alla costruzione di un legame affettivo con i genitori fondato sulla fiducia. Inizialmente un bambino può non riuscire a tollerare l'assenza dei genitori neanche per pochi minuti, può non riuscire a dormire per paura di non trovare nessuno al risveglio, può mettere a dura prova "la promessa" fatta dai nuovi genitori fino a rendere le relazioni familiari molto difficili.

Una delle modalità che può essere utile, accanto al dialogo e alla spiegazione dei propri comportamenti (es. allontanamento), è la progettazione di un futuro insieme, sia più immediato (domani faremo una passeggiata; questo weekend andiamo al mare)che e a lungo termine (l'anno prossimo andrai a scuola; tra qualche anno faremo un bel viaggio).

Continuità significa, tuttavia, anche non tagliare i ponti con il passato. Quest’ultimo, seppur doloroso, è parte della vita del bambino e, dunque, fondamentale nella costruzione del suo senso di identità, della sua storia. Il bambino anche se molto piccolo “conosce” le esperienze vissute e negarle crea una rete di bugie e di “non detto” molto pericolosa che potrebbe minare la stabilità della nuova famiglia anche in futuro (soprattutto in adolescenza).

Solo attraverso il sostegno del bambino nel ricostruire la sua storia e nel progettare il futuro, si può supportare la costruzione di un’identità senza ombre e un senso di continuità passato-presente-futuro senza punti di rottura.

Se vuoi conoscere più da vicino il mondo delle adozioni internazionali ti consiglio il sito della CAI (Commissione Adozioni Internazionali) ed in particolare la sezione "Per adottare".