sabato 16 ottobre 2010

Tu che sei psicologo...


"Tu che sei psicolgo...mi potresti dire cosa significa un sogno che ho fatto 3 mesi fa in cui ...?"

Oppure...

"Ah tu sei psicologo... ma seconde te perché ho difficoltà a dormire la notte?"

La lista potrebbe continuare all'infinito e chiunque, come me, studia o ha studiato psicologia sa bene a cosa mi riferisco: le frequenti e imbarazzanti domande di amici, parenti, conoscenti e sconosciuti.



Si potrebbe uscire da queste situazioni con frasi del tipo: "non è da psicologo ma da amica che ti parlo..."; appellarsi alle conoscenze e buttare fuori tutto ciò che si collega all'argomento; spiegare che lo psicologo non ha gli strumenti per rispondere a queste domande su due piedi o per analizzare una persona in pochi minuti (in poche parole non è un mago).

Così come le domande anche le risposte potrebbero essere infinite ma, in tutti i casi, difficilmente può essere messa in gioco la professionalità dello psicologo e la cosa interessante è che questo non sembra accadere solo agli studenti (lontani realmente da una professionalità) ma anche a chi è un affermato professionista.

Ciò, infatti, sembra essere legato alle peculiarità dell'essere psicologo: a differenza di altre professioni, non solo è preferibile ma è addirittura essenziale un setting per avviare un percorso di conoscenza e di comprensione dell'altro.