lunedì 31 maggio 2010

Il soffitto di cristallo

donne
Siamo più o meno tutti consapevoli delle differenze di genere sul piano lavorativo e non sconvolge sapere che le donne hanno maggiori difficoltà nella loro carriera rispetto agli uomini. Eppure, vi assicuro che leggere il libro di M. E. Mebane "Psicologia delle pari opportunità" e avere conferma della drammatica realtà, mi ha sconvolta.



Della discriminazione delle donne sul lavoro ne parlano i numeri (le donne lavoratrici sono di numero inferiore rispetto agli uomini), gli stipendi ( le donne guadagnano in media di meno anche a parità di incarico e responsabilità), le tipologie di lavoro ( si parla di "segregazione orizzontale" per indicare che la distribuzione del genere è ineguale rispetto ai diversi settori occupazionali: le donne svolgono principalmente lavori che richiamano l'impegno domestico e la cura) e la collocazione delle donne nelle organizzazioni ("segregazione verticale": sono bassissime le percentuali di donne che occupano posizioni di maggior potere e retribuzione).

Queste tipologie diverse di discriminazione sono tutte accomunate da una caratteristica: spesso il prezzo pagato dalle donne, non è dovuto a mancanza di competenze ma alla loro specificità biologica.

A tal proposito, si parla di "glass ceiling" (soffitto di cristallo) per indicare gli ostacoli invisibili che limitano le donne nel raggiungimento dei vertici, per il loro essere donne: il traguardo si può vedere e si ha l'illusione di poterlo raggiungere ma si sbatte, improvvisamente, contro un soffitto si cristallo, invisibile ma molto resistente.

Due studiose, Eagly e Carli, hanno addirittura ritenuto inefficace la metafora del soffitto e hanno proposto quella del labirinto per sottolineare che le difficoltà non ci sono soltanto in relazione alle cariche più alte ma a tutti i livelli: c'è la speranza di superare il labirinto soltanto affrontando gli ostacoli che lo caratterizzano.

Insomma, noi donne per raggiungere la stessa posizione di un uomo dobbiamo combattere prima, durante e dopo. Tutto ciò conferma che siamo ancora lontani da una piena attualizzazione della parità di genere, nonostante i grandi cambiamenti legislativi avvenuti negli ultimi anni. E chissà quanto tempo occorrerà per raggiungerla...

Chi ha provato a stimare questo tempo, ha ottenuto risultati "abbastanza" sconfortanti: in Italia, relativamente al settore accademico, occorreranno 112 anni per arrivare alla una parità per i professori ordinari e 120 per quelli associati (Palombo e Menniti, 2002).

Un secolo sembra davvero troppo!

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